Maurizio Ongaro: Cercando lavoro.

 

Cercando Lavoro.


 

IL CURRICULUM VITAE

Spesso mi viene chiesto come deve essere un Curriculum  vitae.

La domanda non è poi così originale se viene posta fra le mura di un edificio scolastico professionale, il cui scopo è quello di aiutare la formazione individuale e migliorare le proprie possibilità lavorative.[1]

Il Curriculum  è il nostro passaporto professionale.

Il suo scopo è quello di presentarci presso un'azienda che necessiti assumere o collaborare con un personaggio che sul piano lavorativo ci assomiglia molto.

Ovviamente non esiste il Curriculum  "tipo". Quello perfetto. Allo stesso modo per cui non esiste il "metodo-perfetto-e-sicuro-per-vincere", sia esso al gioco del lotto, alla roulette od in battaglia.

Esistono però paradossalmente tanti piccoli tipici errori, facilmente evitabili, che possono condurci alla sconfitta; professionale s'intende.

Ivi compresa la perdita di un buon posto o di una buona occasione.

Il tutto dovuto, magari, ad un Curriculum  sbagliato.

Generalità del Curriculum

Deve innanzi tutto essere breve, preciso ed ordinato. Aggettivi questi che identificano molte altre azioni professionali, come ad esempio le telefonate, le riunioni, la corrispondenza od altro.

 

BREVE: Perché i destinatari del nostro Curriculum  non hanno tempo da perdere. Nessuno ne ha. Inoltre un buon metodo pubblicitario è sempre stato l'incisività: lo slogan "Bevete LOLA-LOLA", per quanto indubbiamente banale, sarà sempre recepito meglio di svariate righe atte a descrivere minuziosamente una giornata assolata e calda ed il corrispondente refrigerio derivante dall'ingurgito di una particolare (e per me disgustosa) bevanda frizzante, servita fresca.

Pochissimi arriverebbero in fondo ad un testo siffatto, anche se interessante o di pregevole fattura.

Inoltre i Curriculum  vengono spesso comparati in quantità. Raramente si interpella un unico candidato per un qualunque posto di lavoro. Ergo, per una nota regola di selezione, tutti i Curriculum prolissi possono venir poco considerati, magari a discapito di altri più sintetici anche se probabilmente meno ricchi o professionalmente meno validi.

Ma attenzione!: breve non vuol dire in stile telegrafico od inserzionistico. Meglio non cadere in tale errore.

 

PRECISO: Lo scopo del Curriculum  è anche di aiutare i selezionatori ad indentificare subito se un candidato possieda o meno le caratteristiche richieste. Quindi tutte le informazioni generiche od incomplete verranno difficilmente approfondite inseguito; vuoi per mancanza di tempo, vuoi per non creare false illusioni e vuoi a volte per una così abbondante possibilità di scelta da potersi permettere di rinunciare ad un candidato "oscuro".

ORDINATO: L'ordine è una qualità professionale molto apprezzata. Per certe professioni è addirittura indispensabile. E' ottimale che trapeli subito dal vostro Curriculum . Ne facilita la lettura e l'analisi, oltre che essere un punto a vostro favore.

Da quanto detto sinora risulta che il Curriculum  è il nostro specchio professionale. Inoltre serve a farci superare la prima selezione in cui ci si imbatte in caso di ricerca di un posto di lavoro. E' un peccato dover essere scartati a priori, più che per eventuali nostre lacune professionali, per banali errori, facilmente rimediabili.

Prima di passare a schematizzare il Curriculum  passerei ad enunciare certi tipi di errori sostanziali, a volte sufficienti a giustificare la cestinatura di un Curriculum.

Estremi anagrafici ed indirizzo.

Può sembrare una banalità ma a volte, per distrazione più che altro, vengono addirittura omessi. Ovvio che una dimenticanza di tal genere può essere fatale.

Manoscritto o dattiloscritto?

Sicuramente dattiloscritto.

Anche se avete una calligrafica da Ufficiale di Scrittura[2] (difficilotto) evitate di manoscriverlo.

A meno che il Curriculum  venga espressamente richiesto manoscritto; ciò è segno che i destinatari intendono avvalersi dei servigi di valenti grafologi per ottenere maggiori elementi caratteriali sui candidati.

La firma però deve essere autografa. Anche ai fini legali un documento, se sprovvisto di firma, non può essere considerato valido.

Per quanto riguarda la dattilografia consiglio di evitare al massimo errori o correzioni a penna. Visto che stiamo parlando di un paio di fogli al massimo è il momento di investire un po' più di tempo e farli senza errori oppure rifare una pagina non perfetta.

Non ci si rende conto di quanto sia otticamente fastidiosa una pagina dattiloscritta con refusi e correzioni. Forse non sarà la causa di una cestinazione, però non depone a favore dell'ordine di una persona, requisito importante, come abbiamo visto.

Per quanto riguarda le fotocopie, accertatevi che siano sempre perfette, od almeno accettabili. Soprattutto devono essere ben centrate e non devono tralasciare alcuna informazione.

Nessuno pretende che dattiloscriviate il Curriculum  ogni volta che vi viene richiesto, ma dare una brutta fotocopia o una copia in carta carbone dà proprio l'idea che abbiate volantinato il vostro Curriculum a quante più aziende possibile e quindi poco male in caso di scarto, in qualche altro posto troverete lo stesso.

Che poi questo volantinamento corrisponda a verità depone tutto a vostro favore, soprattutto in caso di ricerca del primo impiego.

Ammetterlo però è un altro paio di maniche: vediamo che resti un segreto. Ogni azienda dovrebbe avere l'impressione che sia l'unica destinataria delle vostre più alte aspirazioni professionali.

A tal fatta consiglierei, se possibile, l'uso del computer; consente la molteplice stampa di originali. Inoltre facilita i lavori di aggiornamento e modifica.

Evitate inoltre fronzoli inutili ed addirittura grotteschi quali carte intestate elaboratissime, farcite di titoli nobiliari, stemmi patrizi e mansioni onorifiche.

Tutte cose professionalmente ininfluenti e che, in compenso, riescono subito a dare un'idea magari sbagliata sul vostro conto.

State cercando lavoro, non reclamate il posto di Scudiero alla Corte della Regina d'Inghilterra.

Come lingua, se non espressamente richiesto, si consiglia quella italiana. E' curioso come tante aziende italiane si incaponiscano ad assumere personaggi a loro consimili, se non altro per l'idioma.

Nome e Cognome.

Vi prego. Scrivete sempre prima il nome del cognome. Se possibile anche nella firma. In italiano qualunque descrizione comincia sempre con la parte più particolare e continua, man mano, con quelle più generiche o comuni.

Non si scrive un indirizzo simulando il percorso del postino, come nei paesi anglosassoni: partendo dalla nazione, citando poi la città ed il CAP, specificando la via ed il numero civico ed infine citando cognome(la famiglia) e nome (il membro della famiglia).

Cognome e nome è un'orrenda forma impostaci dalla burocrazia che necessita sempre inquadrarci inequivocabilmente ed inesorabilmente. Lasciate queste barbare usanze sui banchi di scuola, nei cortili delle caserme, agli sportelli degli uffici pubblici o nei corridoi degli uffici ministeriali.

Mi rendo conto che alcuni di questi consigli (soprattutto l'ultimo) sicuramente non saranno così vincolanti ai fini di una selezione.

Pero potrebbero trasmettere un'errata vostra "immagine". L'esatto contrario quindi dello scopo del Curriculum .

Poi non è mai detto. Immaginatevi la selezione di un centinaio di Curriculum : soprattutto di candidati al primo impiego, ove poco hanno da dire dal punto di vista professionale, su cui poter fare confronti sostanziali.

Si ha così un margine talmente ampio di scelta da potersi permettere di cercare il pelo nell'uovo. E quindi scartare i Curriculum  di candidati a parità di merito, solo in base a banalità del genere.

Quindi, tutto sommato, lo scopo del Curriculum  è quello di presentarci ed interessare, non ripugnare o ridicolizzarci.

Ad approfondire vi sono altri momenti della selezione, quale l'intervista o colloquio. Inoltre il Curriculum  si evolve con la vita professionale dell'individuo. E' utile averlo sempre aggiornato. Spesso ci viene richiesto in momenti professionali in cui non abbiamo alcun bisogno od intenzione di cambiare posto di lavoro. Ed un peccato rinunciare all'invio del Curriculum, se richiestoci, solo per pura pigrizia. In seguito, non è mai detto, il nostro Curriculum può rispuntare inaspettato e far interessare professionalmente la nostra figura.

Magari quando ci potrebbe tornare utile, o addirittura necessario.

Schema del Curriculum .

Il Curriculum  è composto da tre parti:

1.  La lettera di presentazione.

2.  I dati personali.

3.  I dati professionali.

La lettera di presentazione.

E' ovvio che non fa parte del Curriculum  vero e proprio, ma è una parte importante, spesso trascurata. Serve a giustificare, accompagnare, presentare il nostro Curriculum. A volte l'invio di un Curriculum non viene espressamente richiesto. Magari tale invio addiviene al nostro desiderio di poter lavorare in una determinata azienda a noi confacente per attività, dislocazione geografica od altro. Se inviamo il nostro Curriculum senza presentazione potremmo incorrere in spiacevoli inconvenienti. Magari è già in corso una selezione per tutt'altra mansione ed il nostro viene scartato perché considerato erroneamente fuori tema.

Un consiglio: non fatevi problemi a specificare il vero motivo, oppure il più plausibile, per cui desiderate lavorare presso un'azienda, senza per questo dover peccare troppo d'ingenuità.

Un esempio può essere la locazione geografica. Un dipendente residente vicino all'azienda spesso, a parità di merito, viene preferito ad altri che risiedono più lontano. Può voler dire che sarebbe meno invogliato, in seguito, a cambiare posto di lavoro. Anche perché la vicinanza, alla lunga, vuol dire star fuori casa di meno, spendere meno in spostamenti etc. Inoltre un dipendente residente vicino all'azienda, oggettivamente, è meno soggetto a contrattempi quali ritardi, imprevisti dovuti ai mezzi di trasporto, etc.

Al contrario, dichiarare sperticatamente il vostro desiderio di voler lavorare per una determinata azienda specificando che la stimate oltre ogni misura, spesso può far suscitare sospetto od indifferenza. A meno che non si parli di enti od aziende decisamente particolari, con cui poter collaborare è motivo d'orgoglio professionale. Ma non tutte le aziende sono come la NASA, il C.N.R. o la Fondazione Treccani .

La lettera di presentazione serve anche a chiarire a quale inserzione o posizione state rispondendo. Spesso le ricerche e selezioni del personale vengono svolte da apposite aziende consulenziali, dette anche "Cacciatori di Teste". Essi utilizzano pagine e pagine di spazio inserzionistico sui quotidiani. Se privo di riferimenti il nostro Curriculum  potrebbe essere accantonato o diversamente smistato.

Tale lettera di presentazione dovrà enunciare il vostro nome, cognome ed indirizzo, (se aveste la carta intestata, questo sarebbe un ottimo momento per utilizzarla) ed eventuale riferimento alla posizione per cui concorrete. Poi, in un paio di righe, specificherete il motivo che vi ha spinto a spedire il vostro Curriculum .

Dati personali.

Direi tutti quelli che vi identificano esattamente e che consentono a farvi rintracciare nel minor tempo possibile:

NOME - COGNOME - INDIRIZZO - TELEFONO: se avete altri recapiti, metteteli. Potendo ricevere telefonate in ufficio mettete anche quel numero di telefono, specificandolo bene. Qualora vi chiamino in ufficio i vostri interlocutori telefonici, che, si spera, saranno persone intelligenti, useranno la massima discrezione.

DATA E LUOGO DI NASCITA:

Evitate quelle forme del tipo "...ho 28 anni e mezzo". Costringuono a frequenti cambi del testo.

STATO DI FAMIGLIA: se sposati, indicare il nome del coniuge ed eventuale professione. Se vi sono figli specificare quanti e l'età.

SERVIZIO MILITARE E NAZIONALITÀ': E con questo abbiamo finito i dati personali. Noterete che sono cose letteralmente di pubblico dominio, che chiunque può conoscere senza il minimo sforzo. E' inutile quindi fare un sacco di misteri; se pensate che fin da qui possano sorgere valide motivazioni atte a scartarvi, non crediate di evitarlo omettendole. Un conto è bluffare un altro conto è barare. Verreste inesorabilmente scartati alla prossima selezione, con il bel risultato di guadagnarci una pessima nomea ed aver perso un sacco di tempo, sia voi che i vostri interlocutori.

Dati professionali.

STUDI: Citare solo gli ultimi. E' inutile citare le elementari se si è già diplomati. In caso di diploma specificare la scuola, la data di conseguimento della maturità ed il voto. Se reputate di avere una votazione scarsa, non citatela. A parte che ha un'importanza relativa, se interessa ve lo chiederanno; così facendo eviterete di avere delle macchioline sul vostro Curriculum .

SPECIALIZZAZIONI: Eventuali corsi professionali effettuati. A pochi interesserà apprendere i vostri brillanti risultati conseguiti al corso di vela o a quello di taglio e cucito.

LINGUE STRANIERE: Quali ed a che livello. Più che in eccesso consiglierei di evitare di esagerare in difetto. Attenzione che man mano che si avanza negli anni il termine "conoscenza scolastica" nelle lingue straniere corrisponde ad un "non ne so più nulla".

SOGGIORNI ALL'ESTERO: Solo quelli di studio e/o lavoro, prego! Le vostre vacanze in località esotiche interessano relativamente.

BORSE DI STUDIO: E-chi-più-ne-ha-più-ne-metta.

REFERENZE: Argomento in via di estinzione, penso rimangano valide solo nell'ambito dei collaboratori domestici e familiari. In tutti gli altri campi sono ormai divenute inutili od addirittura controproducenti. La referenza è il nome ed il recapito di un'eccellente personaggio che è in grado di testimoniare, sotto giuramento e con una mano su di una pila di Bibbie, che voi siete persona degna di fede e considerazione, farcita quindi di tutte quelle doti morali atte ormai solo a comparire in una motivazione d'onorificenza o in un necrologio.

In pratica, testimoniano che non avete mai rubato l'argenteria. Almeno finora.

Ora come ora, se ad un'azienda stanno a cuore le caratteristiche morali di un individuo, ha ben altri mezzi per scoprirle. Inoltre le referenze hanno come controindicazione quella di citare un referente che, per motivazioni varie, può ormai avere un ricordo sbiadito della vostra persona. Dando così la fallace impressione che non siate poi questo personaggio carismatico oppure, peggio ancora, che di voi si ricordi benissimo, ma finga una comoda amnesia per non doversi comprometterei.

Quindi, qualora si desideri citare le referenze, per quel che servono, preavvisare sempre il referenziante chiedendo beninteso la sua autorizzazione.

Inoltre vi sono casi pericolosi, magari fatti in buona fede, da evitare accuratamente. Citare come referenza personaggi non inerenti la nostra professione, magari di spicco e conosciuti, può far sì che eventuali rovesci di fortuna del mittente della referenza, gettino in cattiva luce anche il candidato.

Un mio amico aveva citato nelle referenze un suo vicino di casa, assessore, che poi finì inquisito per uno scandalo di appalti. Dall'oggi indomani una roboante referenza si era trasformata in un latente atto d'accusa.

 

Fermiamoci un attimo qui prima di proseguire. Questo è il punto che contraddistingue il Curriculum  di un giovane alla ricerca del primo impiego da uno gi occupato.

La presenza o meno delle esperienze professionali.

Mi rendo conto che da parte di un candidato alla ricerca di un primo impiego un Curriculum  siffatto possa sembrare un po' scarno e poco interessante. Non bisogna disperare. Innanzi tutto tale Curriculum verrà considerato insieme ad altri analoghi e quindi osservato sotto la giusta luce.

Vorrei però focalizzare l'attenzione su due aspetti a volte mal interpretati. Il primo sono gli interessi personali. Spesso, al solo fine di allungare o rimpolpare un Curriculum  si cade nella tentazione di arricchirlo con hobbies, sport praticati, letture fatte e quant'altro passa per la mente. Personalmente lo sconsiglierei caldamente. A meno che ciò non abbia diretta pertinenza con il tipo di lavoro. Altrimenti tutte queste informazioni aggiuntive, che a volte rasentano il grottesco, non avendo niente a che vedere con il piano professionale, possono porre il candidato in cattiva luce. Il vostro miglior tempo per percorrere i cento metri piani, anziché le vostre letture preferite, potranno essere argomento di conversazione di eventuali futuri colloqui; e basta.

In genere, tali domande, sono un metodo utilizzato dagli intervistatori per mettere a proprio agio un candidato nervoso, oppure per avere più informazioni possibili atte a suffragare eventuali idee che si sono fatte su di voi. Lo stesso dicasi per eventuali doti fisiche od altro.

Invece un punto importante e spesso trascurato è quello di omettere di citare eventuali esperienze specifiche e saltuarie, spesso tipici lavoretti da studenti, senza per questo dover essere inutilmente troppo precisi e schematici, l'elencazione, quasi discorsiva di tali lavoretti, può tornare utile ai fini della valutazione dell'individuo, ai fini professionali.

E' senz'altro vero che tali lavoretti hanno raramente attinenza specifica con la posizione che si vuole ricoprire, però forniscono un quadro delle cognizioni prelavorative del candidato.

Frasi del tipo: "...facevo la commessa in un negozio di giocattoli nel periodo natalizio..." può già fornire un'idea che il candidato ha già avuto esperienza di contatti con il pubblico.

Oppure: "...svolgevo interviste di mercato..." fa trapelare che uno abbia una sia pur vaga idea di approccio con il prossimo o di tecniche marketing. Inoltre: "...facevo lavoretti d'ufficio presso l'azienda di un parente" mette in mostra acquisite infarinature di "pratica ufficio". Non pensiate che questi se pur fugaci riferimenti siano dannosi, tutt'altro.

Danno subito l'idea che siete dei tipi dinamici che si arrangiano con lavoretti, cosa positiva sia dal punto di vista personale che professionale.

Al contempo evitate di far sembrare con roboanti frasi che voi, a tempo perso, "...dirigevate un punto di vendita...- coordinavate campagne di marketing...-...vi occupavate dell'amministrazione di un'azienda"

Non vi crederebbe nessuno.

Attenzione pero ai lavori di tipo fisico se non consoni al tipo di lavoro ambito. Il fatto che voi abbiate periodicamente vendemmiato, anziché fatto il manovale in un'impresa edile od il mercenario in Sud Africa, sono di poco giovamento ai fini dell'ottenimento di un posto di lavoro in ufficio e possono far scaturire l'errata idea che non ne siate affatto tagliati.

Esperienze di lavoro:

PERIODO: Dal... al...

AZIENDA: Presso cui si è lavorato, dalla prima in poi.

SEDE: Della suddetta azienda. Spesso basta la città. Magari l'indirizzo è cambiato.

QUALIFICA: Dell'apposito contratto nazionale, con eventuali date delle promozioni e cambiamenti di mansioni.

POSIZIONE: Mansioni svolte, superiori e subordinati.

Un consiglio: in caso di un nutrito numero di esperienze lavorative è inutile focalizzarsi sul passato. Siate dettagliati solo sull'ultima esperienza. A meno che il Curriculum  vi serva come traccia della vostra futura autobiografia dal titolo: "Da lustrascarpe a milionario". Si spera che con il passare del tempo vi siate professionalmente evoluti. Quasi sempre si concorre a posti di lavoro con mansioni pari o superiori all'attuale. Quindi, fatto salvo esperienze significative nel campo della ricerca, liquidate i precedenti posti di lavoro con poche scarnissimo righe per azienda.

Focalizzate l'attenzione solo sull'ultimo o penultimo posto di lavoro. E' quella che prevalentemente interessa. Eviterete così che si debbano scorrere pagine e pagine di informazioni obsolete e quindi inutili.

Al massimo, in calce, sotto un generico "...inoltre mi sono occupato di..." potrete riassumere tutte quelle cose che vi paiono degne di nota. Se riuscite a non superare il limite delle due paginette, tutto compreso, addiverrete allo scopo della brevità che potrebbe rivelarsi vincente.

Infatti è dimostrato che l'attenzione scema con il tempo. Rischiereste che vengano trascurate le ultime mansioni svolte, le più importanti, oppure che siano comunque saltate a piè pari o confuse con le altre.

Non vi preoccupate; a fronte di un Curriculum  stringato in un colloquio ulteriore tutte quelle informazioni verranno dettagliatamente richieste e approfondite.

Un'ultima cosa: molti candidati sono molto restii a citare il nome dell'azienda presso la quale stanno attualmente lavorando. Ciò è dovuto principalmente alla paura che il Curriculum , per vie traverse, finisca in mano alla stessa azienda. Innanzi tutto il vostro posto di lavoro è una cosa di pubblico dominio. E come tale divulgabile senza alcuna remora.

A meno che non lavoriate per i servizi segreti.

Poi vi guarderete bene dallo scrivere, anche perché non interessanti, riferimenti professionali o dati strettamente confidenziali.

Quindi eventuali titubanze verrebbero male interpretate. Per quanto riguarda il fatto che il vostro Curriculum  finisca nelle mani dell'azienda presso cui state lavorando, non sempre è un guaio. Ancora non è considerato alto tradimento e come tale punibile con la fucilazione alla schiena in sala mensa.

A volte può far trapelare il messaggio che non siate poi così entusiasti della vostra situazione lavorativa. E se siete stimati o reputati utile questa può essere una motivazione atta a farvi rimanere, magari mediante aumenti o gratifiche...

Concludendo:

Il Curriculum  Vitae è professionalmente validissimo, se non indispensabile.

Occorrerebbe averlo sempre aggiornato.

Conviene stenderlo in forma chiara, lineare ed otticamente facile da consultare.

Bisognerebbe smussare il più possibile i punti di attrito, ovvero situazioni che, a priori, ci possano mettere in cattiva luce, far scartare o come minimo mal giudicare.

Dev'essere un'indice, non un trattato, né tanto meno la vostra biografia.

Deve cercare di interessare più che repellere od annoiare; valorizzare i vostri punti a favore e sminuire i vostri punti deboli.

Senza per questo dover bluffare o, peggio ancora, barare; cosa che professionalmente non riesce mai a lungo.


IL COLLOQUIO OD INTERVISTA

L'unico metodo esistente per assumere un dipendente è il colloquio.

Fin qui si tratta della scoperta dell'acqua calda.

Non è possibile generalizzare o descrivere un colloquio. Essendo fatto tra due interlocutori umani, le possibilità sono quanto meno infinite.

E fin qui si tratta della scoperta dell'acqua insaponata.

Quindi scopo di questa chiacchierata non è quella di rivelarvi il "Metodo sicuro per superare qualunque colloquio".

Possiamo cercare di pescare dalla nostra esperienza e stigmatizzare tutti quei comportamenti, a volte marginali e banali, che spesso influiscono molto nell'andamento di un colloquio.

Innanzi tutto che cos'è un colloquio?

E' il momento in cui l'Azienda conosce, valuta e sceglie il suo futuro dipendente.

E' inutile stare a soffermarci sulle disquisizioni formali per cui è impossibile conoscere e tanto meno valutare chicchessia nel breve volgere di una mezzoretta, massimo un'ora.

E vero. Una persona la si conosce dopo mesi, anni, decenni.

Spesso non basta una vita.

Però non vi sarà sfuggito che le Aziende non hanno a disposizione un tal lasso di tempo.

C'è da dire, inoltre, che generalmente l'uso sviluppa l'organo.

Anche nel valutare le persone esistono degli schemi ed esiste, soprattutto, l'esperienza.

Gli schemi vanno considerati dal punto di vista psicologico.

L'esperienza fa si che, dopo un centinaio di colloqui e successivi approfondimenti, gli interlocutori si riescano a fare una discreta idea mentale dell'interlocutore.

Ciò capita anche fuori dal mondo del lavoro.

Durante il colloquio si proceda prevalentemente per esclusione.

Si focalizzano subito tutti quei punti che motivano lo scarto del candidato.

Altrimenti, se non si trovano tali punti negativi, si procede con i colloqui sino all'assunzione. Una specie di corsa ad ostacoli o di selezione naturale.

Vedremo ora di considerare tutti quegli aspetti che, quasi sicuramente, possono contribuire a gettare cattiva luce sul candidato, spesso prima ancora di cominciare.


Interlocutori

Generalmente chi si occupa della selezione è il Responsabile delle Risorse Umane, pomposo nome per identificare il vecchio "Direttore del Personale" o chi per esso. In caso di azienda piccola l'incarico è demandato al titolare o proprietario.

Più raramente si occupa della prima selezione il futuro Responsabile del neo-assunto.

Generalmente avremo come interlocutore un personaggio esperto, smaliziato e abbastanza abituato ad un genere di formalismi abbastanza radicati. Converrà tenerne conto onde evitare, sin dall'inizio, di partire con il piede sbagliato.

Puntualità

La puntualità è la cortesia dei Re. Vecchio proverbio sempre valido.

La puntualità è importante. Anche perché la selezione del personale "costa" una discreta quantità di tempo, ed è controproducente incrementarla ulteriormente.

Poi perché dà subito l'idea che, se uno è in ritardo sin dalla prima volta, figuriamoci in seguito, quando dovrà essere puntuale ogni giorno.

Poi ci sono vezzi e manie si cui alcuni non transigono. Generalmente sono proprio quelli formali.

Abbigliamento

Anche l'abbigliamento rientra nei vezzi formali. Però è importante non esagerare, in nessun senso.

Evitate di paludarvi in perfetta tenuta da spiaggia, con bermuda e camicia hawaiana o in completo blu scuro a tre pezzi con papillon e orologio .

Consiglierei un abbigliamento che non faccia trapelare l'idea che vi siete vestiti così appositamente per l'occasione. L'ideale sarebbe che l'interlocutore creda che vi vestiate sempre così, ogni giorno. Insomma una comoda e sobria eleganza.

Primo approccio

Generalmente è avvenuto telefonicamente. Più raramente mediante lettera. Si è fissato un appuntamento, compatibilmente alle necessità od esigenze di ognuno. Vi consiglierei di prendere debitamente nota di indirizzo, nominativo della persona da incontrare ed anche dei mezzi pubblici più comodi per raggiungere il luogo dell'incontro; vi risparmierà oziosi giri o lunghe camminate, soprattutto quando avete il tempo contato.

Generalmente il primo incontro che farete sarà con la reception.

Non occorre che vi dilunghiate a spiegare chi siete, cosa venite a fare e perché. Magari può essere sufficiente che vi presentiate e diciate di avere un appuntamento con il o la Tale. Provvederanno a farvi accomodare e vi daranno, quasi sicuramente, un opportuno moduletto da compilare.

Modulo di richiesta d'assunzione

Non ho mai capito l'utilità di codesti moduli. Ve ne sono di tutti i tipi. Dettagliatissimi, superficiali, etc. Teoricamente dovrebbe essere inutile, visto che hanno già in mano il vostro Curriculum .

Credo che addivengano a delle necessità legali, del tipo che un'azienda non può assumere chicchessia fin tanto non glielo richieda.

Oppure serve a chiarire tutti quei punti che, magari, non erano stati citati nel vostro Curriculum , onde evitare di trasformare l'intervista in un interrogatorio.

Colloquio

Appena finirete di compilare il questionario, dopo un po' di attesa canonica, arriverà il vostro interlocutore.

E lì sarete subito assaliti da una spiacevole sensazione di disagio ed inferiorità.

E' inutile nasconderlo. Ed è superfluo raccomandare di rimanere calmi, di non lasciarsi prendere dal panico od altro.

L'unica ricetta che può lenire quella spiacevole sensazione è l'abitudine. Solo con alle spalle molti colloqui si è in grado di riacquistare la calma ed il dominio di sé stessi.

Quindi prendete la cosa con filosofia. Fintanto che non vi sarete "fatti le ossa" quella spiacevole sensazione di disagio non vi abbandonerà. Tanto vale conviverci.

Il vostro interlocutore, se è in gamba, cercherà di mettervi il più possibile a vostro agio.

Inizierà a descrivervi l'azienda, la sua storia e le sue attività.

Poi vi descriverà la mansione, più o meno nei particolari e le eventuali collocazioni aziendali.

Successivamente vi chiederà di ripetere i vostri dati e la vostra esperienza o le vostre attitudini od aspirazioni.

Anche se le ha già sotto gli occhi, sia sul vostro Curriculum , che sul modulo d'assunzione.

E' una tattica consolidata. Serve innanzi tutto per rompere il ghiaccio. Poi consente di valutarvi dal punto di vista della presentazione, del linguaggio, dell'immagine.

Consente, inoltre, di potervi interrompere nei punti che vengono considerati più interessanti, onde trasformare un monologo in una chiacchierata; un colloquio insomma.

A tal fatta vorrei darvi un consiglio.

Esercitatevi, a casa, a ripetere un discorso di presentazione.

Meglio con l'ausilio di un registratore.

E' in pratica una specie di Curriculum  verbale.

Innanzi tutto vi aiuterà moltissimo a superare l'impatto iniziale.

Poi vi abituerà ad evitare di dimenticare punti salienti.

A questo punto il colloquio, superato l'impatto iniziale, procederà fluido, approfondendo i vari argomenti.

Generalmente un colloquio non dura mai più di 30 o 45 minuti.

Scaduti i quali vi verrà chiesto se avete domande da porre o se siete interessati alla mansione.

Qualche consiglio.

Potete anche bluffare, se lo credete. Ma non barate mai. Questo vuol dire che vi sconsiglio caldamente di spacciarvi per ciò che non siete, perché salterà fuori alla prima occasione. E più tardi salterà fuori peggio sarà.

Anzi, una tattica che si rivela spesso vincente è quella della sincerità: ovvero parlare apertamente di quelle caratteristiche che vi mancano e che potrebbero esservi di neo. Trasformereste un handicap in un atout. Una penalizzazione in un punto di merito.

Innanzi tutto perché sarebbero cose che prima o poi, verrebbero allo scoperto. Tanto vale che emergano subito. Non crediate di riuscire a farla franca per lungo tempo.

Poi perché danno subito un'immagine positiva di voi.

Buona fortuna!

 

Milano  21/9/88.

 

   



[1]All'epoca ero insegnate in una scuola professionale serale.

[2] L'Ufficiale di Scrittura era una divertente figura burocratica esistente fino agli inizi del secolo che sanciva la corretta calligrafia e le relative dimensioni dei documenti pubblici ed ufficiali. L'avvento della macchina da scrivere lo ha spazzato via.

 

Maurizio Ongaro: Cercando lavoro.

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