Maurizio Ongaro: Le bilie
Da bambino giocavo anch'io a bilie.
Si giocava in diversi modi: ricordo "Galletto", "Buca".
Buca lo ricordo vagamente. Si doveva sfruttare un'asperità del terreno, una buca appunto.
Non mi ricordo se bisognava tirare nella buca o evitarla accuratamente.
Ma il gioco che andava per la maggiore era "Galletto". Non so perché avesse questo nome.
Si disegnava un cerchio con il gesso e da esso verso destra, partiva una lunga striscia.
Stilizzato era come un palloncino, ove il pallone era il cerchio e il filo la lunga striscia.
Nel cerchio si metteva una singola bilia, detta appunto il galletto. Lungo la striscia le altre bilie, in ordine di valore.
Potevano esserci un numero infinito di giocatori, ed ognuno scommetteva un egual numero di bilie. Generalmente veniva usato come galletto la bilia più bella o di maggior valore.
Anche per i valori c'erano appositi cambiavalute che sancivano valori o stime.
A questo punto si tirava per vedere chi era il primo.
Ci si metteva vicino ad un muretto e chi si avvicinava di più tirava per primo. In pratica, è lo stesso metodo usato a biliardo .
Iniziava la fase due, il tiro al Galletto.
Vi era una precisa regola che stabiliva la distanza di tiro: si misurava in passi e cresceva all'aumentare della posta in gioco.
Da lì in poi la regola era quasi matematica, precisa, perfetta: come tutte le cose semplici.
Chi colpiva una bilia, vinceva tutte le bilie poste alla destra della bilia colpita.
Se colpiva il Galletto, vinceva tutte le bilie.
Ricordo ancora l'emozione che accompagnava il tiro del primo. Aveva tutto il suo destino nelle sue mani. Poteva vincere tutto, potenzialmente.
Se invece sbagliava, come spessissimo accadeva perché le bilie non hanno assolutamente la precisione che dovrebbero soprattutto se si giocava su terreni direi tutto fuorché che precisi, allora toccava aspettare che lanciassero tutti gli altri perché ritornasse il proprio turno.
Ultimato il primo tiro, effettuato con tecnica da bocciatore vista la distanza, si poteva tirare esclusivamente utilizzando due dita, l'indice ed il pollice.
La tecnica è quella classica: il pollice ferma la potenza dell'indice, sino allo spasmo, poi la forza dell'indice da il colpo sulla bilia.
Ovviamente se si colpivano le bilie degli altri giocatori e di rimbalzo esse andavano a toccare il montebilie, il bottino era del proprietario della bilia che toccava, non del tiratore.
Ricordo partite memorabili da un centinaio di bilie in palio.
La distanza di tiro era allegramente intorno ai 20 metri. Quasi non si vedevano le bilie stese al suolo.
Al che l'unica tattica utilizzabile era l'avvicinamento.
Un primo tiro, sperando di colpire la lunga fila e poi il secondo colpo, decisivo. Come a golf.
Ovviamente c'era sempre chi aveva una fortuna sfacciata e riusciva, sin dal primo tiro, a colpire una bilia posta lungo la striscia, con promettenti guadagni.
Ma spesso e volentieri la bilia saltava il bersaglio, soprattutto se lanciata da distanze così grandi e con potenza da bocciofilo.
Infatti ricordo che il giocatore poteva utilizzare diversi tipi di bilie, a seconda del tiro e delle asperità del terreno. Altro retaggio del Golf.
Per i tiri al muretto erano preferite le bilie piccole, del valore di mezza bilia, piccoli e che consentivano maggiore precisione.
Per i tiri da lontano erano utilizzati i bilioni, del valore di dieci bilie, meglio ancora se di ferro, ovvero ex cuscinetti a sfera sfuggiti alla distruzione.
Per i tiri ravvicinati le bilie normali. Oppure i mezzi bilioni, del valore di cinque, perché avevano maggiore possibilità di impatto sul bersaglio.
Quando ripenso a questi giochi rimango affascinato. E mi sorgono in mente tutti i grandi perché.
Chi aveva inventato questo gioco? E' impossibile un bambino, perché è un gioco troppo semplice ed allo stesso modo articolato perché un moccioso possa idearlo.
Mi figuro sempre una specie di Hans Christian Andersen dei giochi per bambini che un bel giorno ha riunito intorno a sé i vari bimbi e ha divulgato il nuovo gioco, manco fossero alle pendici del monte Sinai.
D'altronde non scordiamoci che Risiko! nacque come gioco da spiaggia, con i sassolini al posto dei carri armati ed il planisfero abbozzato sulla sabbia umida, forse appena accennato.
Chi lo ha propagato?
Si perché se un'idea era buona ci voleva poco perché facesse il giro del quartiere, della zona. Quindi chissà da dove veniva; forse da un'altra città.
Poi mi ha sempre stupito la semplicità, che tuttora mi colpisce molto quando mi descrivono le varie regole di giochi tipo il biliardo od il bridge.
Ed infine, i bimbi giocano ancora a bilie? Giocano ancora a Galletto?
E se si... mi fate giocare ancora una volta, l'ultima probabilmente...
(Sondrio, 19 agosto 1994)
Maurizio Ongaro: Le bilie
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