BOTTA e RISPOSTA,  o  se  preferite   "LE PALLE DELL'ATOMIUM"

(Connessione diretta fra Niguarda e la Comunita' Europea)

PRIMA BOTTA: DICEMBRE 2002

Salute a chi si imbatte o viene a cercare questo scritto. 

Innanzi tutto una confessione. La formula domanda-risposta prescelta per questa rubrica non era un plagio dell'attività di un ben noto giornalista italiano con frequentazioni oltralpe, bensì semplice espressione della non molto recondita speranza che nessuno facesse domande e che dunque potessi passarla liscia senza uscire dal mio guscio di ovattata pigrizia.

 Invece un pugno di interpellanze, non certo prive di interesse, sono pervenute, e voglio confrontarmi con due di queste in particolare; una seria e una faceta.

 
> Salve, sono Maurizio "OM" Ongaro, alias il tuttologo (rigorosamente minuscolo)

> che scribacchia sul medesimo sito ove Ella scrive, ovvero Niguarda.com.

> Mi chiedevo...

> Perchè i francesi hanno eletto i Belgi come "scemi del villaggio" nel loro 

> immaginario collettivo?

> Se debbono (debbono, li obbliga qualcuno? Mah...) far una barzelletta sugli

> "scemi" usano i Belgi, (come da noi si usano i Carabinieri).

> A presto!

> OM

Cominciamo con le cose divertenti. Maurizio Ongaro, tuttologo, chiede in sostanza "perché i francesi invece che raccontare barzellette sui carabinieri le raccontano sui belgi ?" Bene, dopo prolungata riflessione sono giunto alla seguente conclusione: cazzo non lo so, bisogna chiederlo a qualcuno !

Le mie indagini però stentavano a portare a risultati interessanti, finché pochi giorni fa, incrociando un collega belga noto narratore di facezie ho deciso di interrogare anche lui.... La sua risposta è stata illuminante e molto meglio di una barzelletta: "Perché sono le uniche che riescono a capire !" Insomma, chi di burla ferisce,............

Comunque ve ne posso raccontare una anch'io; non sui carabinieri, ma sui poliziotti belgi. Il fatto triste è che non è una barzelletta, ma un fatto vissuto.

Ore 8 circa di un lunedì mattina. Parto con la mia auto per Strasburgo e passo a prelevare un collega che mi aveva chiesto un passaggio. Non vedendo parcheggi liberi, irrispettoso della lettera delle norme ma rispettoso del mio prossimo, parcheggio su un marciapiede largo almeno 5 metri, facendo bene attenzione a lasciare libero il fatidico spazio necessario al passaggio di ogni genere di carrozzina. Scendo per suonare il campanello e in quel momento sopraggiunge una coppia di agenti ai quali palesemente non garba la collocazione della mia auto. Cerco di spiegare che non da fastidio a nessuno e che comunque sarei ripartito entro al massimo tre minuti. La logica e il buon senso non sembrano essere le doti principali dei due inflessibili agenti. Dunque comunico loro che mi sarei piegato alla loro volontà segnalando contestualmente che la loro decisione mi sembrava priva di ragione. Apriti cielo: "documenti, passaporto, libretto di circolazione, certificato di nascita, tessera dei sindacati, carta risparmio del supermercato! Prego esibire !". Dopo una decina di minuti passati ad esaminare diligentemente i papiri, con macchina naturalmente statica sul marciapiede (quanto tempo sarebbe rimasta li se avessi suonato e fossi poi ripartito?) finalmente constatano la regolarità dei miei documenti e mi invitano a ripartire. Prima di salire in macchina chiedo cortesemente consiglio su dove avrei più possibilità di trovare parcheggio e solertemente rispondono più o meno con le seguenti parole: " Prego, ora vada, parcheggi pure in doppia fila." Credetemi, non era una battuta !!!

Ci tengo comunque ad aggiungere che comunque raccontando questo episodio non è mia intenzione sottintendere che i due agenti in questione siano rappresentativi del comportamento di tutte le forze dell'ordine o della popolazione del Regno del Belgio.

A proposito, e i niguardesi su chi le raccontano le barzellette !? 



> Egregio corrispondente, innanzitutto mi complimento per la sua bella rubrica, e anche

> per aver scelto un sito internet di primissimo piano, vero riferimento culturale per

> Niguarda e il suo vasto hinterland; vedra' che le soddisfazioni non mancheranno.

> Detto cio' vengo alla questione che intendo porle: navigando nel succitato sito, ed

> essendo appassionato di dolci, pasticceria eccetera eccetera, mi sono imbattuto

> in una interessante notizia, riguardante le norme per la preparazione del cioccolato:

> tale notizia (riportata nella sezione "Pasticceria" del sito, alla voce "cioccolato puro")

> riporta una recente, saggia decisione del Senato Italiano, che pero' contrasta con una

> direttiva europea di un paio di anni fa. Data la sua posizione privilegiata, 

> a contatto con le istituzioni comunitarie (e con le pasticcerie di Bruxelles), 

> vorrei un suo parere in merito.
>Ossequi

>El Ciculatee

Passiamo ora alle cose serie, voglio dire "rob de ciculatee". Il carissimo amico Walter Mauri sottopone infatti la questione di una a suo parere saggia decisione del Senato italiano sulla preparazione del cioccolato (il cui gusto a quanto pare primeggia sui gusti politici!), in apparente contrasto con una direttiva europea di un paio di anni fa.

Non entro nel merito della questione non potendomi misurare con la competenza di Walter in materia di cacao e suoi preparati, ma mi limito a un puro commento tecnico-giuridico.

Come ben noto, in base alla Costituzione della Repubblica Italiana il popolo italiano è sovrano (e dunque libero di farsi del male; mangiare troppo cioccolato, scegliersi il governo e le leggi che gli pare, etc.), ma nella costituzione è iscritto un articolo che ammette che la sovranità nazionale venga limitata nel quadro della partecipazione ad organizzazioni internazionali.

Caro Walter, temo per te che si ricada proprio in questo caso. Firmando e ratificando i trattati internazionali che hanno costituto e successivamente modificato le in origine Comunità Economiche Europee, poi Comunità Europea e ora Unione Europea, la Repubblica Italiana ha accettato di integrare nel proprio ordinamento giuridico il diritto europeo, che nella gerarchia delle norme ha prevalenza anche rispetto alle leggi nazionali di primo grado, salvo Costituzione dove sarebbe necessario un discorso distinto e prolungato che per il momento vi risparmio (forse qualcuno ricorderà la vicenda del mandato di arresto europeo e della presupposta incompatibilità con la Costituzione italiana).

I principali strumenti giuridici del diritto europeo sono i Regolamenti e le Direttive. I Regolamenti sono praticamente testi di legge che una volta approvati a livello europeo, hanno vigore di legge e sono applicabili direttamente in tutti i paesi membri. Per le Direttive la questione è un po' differente. La direttiva è una sorta di legge-quadro o di legge-obiettivo il cui testo non è applicabile direttamente negli stati membri, ma che vincola gli stati membri a legiferare sull'argomento e secondo i termini stabiliti nel testo della direttiva stessa. In sostanza la direttiva lascia un po' più margine di manovra al legislatore nazionale, ma ciò non toglie che gli stati membri non possono ignorare le direttive o disattendere il loro contenuto perché si esporrebbero a sentenze sanzionatorie della Corte Europea di Giustizia.

Quindi una legge nazionale in contrasto con una direttiva europea è una "legge illegale".

A dir la verità caro Walter, intravedo una strada alternativa per cavarsi d'impaccio. Potresti metterti alla testa di un movimento di rinnovamento nazional-cioccolatista avente lo scopo di portare l'Italia a denunciare i trattati europei, uscire dall'Unione Europea, convocare poi una assemblea (ri)costituente e promulgare una nuova Costituzione, il cui primo articolo reciterebbe:

"L'Italia è una repubblica indipendente e sovrana fondata sul cioccolato."

 

Saluti e buone feste.

 

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