Dal giornale della Coop Edificatrice  - Marzo 2008 ARTICOLO DEL GIORNALE "DALLA NOSTRA COOPERATIVA" (pagina 16)  file .pdf

 

I prossimi passi dell’Ecomuseo - La costruzione di una Mappa della Comunità di Niguarda
Alessandra Micoli - Elena Negro

 

In questo secondo appuntamento dell’Ecomuseo di Niguarda con “dalla nostra cooperativa”, proviamo a ripercorrere i passi compiuti finora e raccontare quali saranno i prossimi, con lo scopo di delineare sempre meglio il percorso che sta intraprendendo questa esperienza di costruzione ecomuseale.
Il 20 gennaio, nella Nuova Sala dell’Edificatrice, in via Ornato 7, si è tenuto il primo incontro pubblico di presentazione del progetto. L’obiettivo principale di quell’incontro era descrivere come quest’idea fosse approdata a Niguarda, quali erano stati i primissimi passi e, soprattutto, che cosa fosse l’Ecomuseo Urbano, forse ancora percepito come uno strano oggetto.

Quell’incontro è stato, agli occhi di chi l’ha organizzato, una tappa importante e un momento di successo. Tappa significativa perché ha rappresentato il primo esito pubblico del processo di costruzione dell’Ecomuseo Urbano di Niguarda. Ma anche un successo, giudicando l’afflusso di un numero considerevole di persone come un segno positivo dell’interesse che questa iniziativa può suscitare. Ma qualche dubbio resta, alcune domande emergono nelle chiacchierate che hanno seguito l’incontro, stimolate forse anche dalla presentazione del progetto. Ha suscitato molto interesse il video proiettato, ma ci è stato “richiesto” un video più lungo; altri interrogativi riguardano il metodo e insieme il tema del percorso: come si possano rappresentare, con uno strumento quale l’Ecomuseo, ricordi e memorie, come quelli che fanno riferimento alla vita in fabbrica e alle precarie condizioni di lavoro in alcune fabbriche come la Pirelli, spesso anche rischiose sotto il profilo della salute? In che modo questo progetto si differenzia dalla ricerca storiografica?
Queste domande sono solo alcune fra le numerose obiezioni o curiosità che la proposta può suscitare e, ci sembra, possano fungere da sproni a continuare proprio in questa direzione.

Il video proiettato il 20 gennaio durava quattro minuti e conteneva un primissimo assaggio dei materiali visivi o orali di cui Niguarda abbonda: basta pensare a quanto il quartiere sia ricco di racconti, storie, testimoni, tradizione, documenti fotografici, un patrimonio che non può non essere valorizzato. Ed è solo andando avanti in questa direzione, che questo breve video potrà diventare un vero e proprio “film”. Ma un film, lo ribadiamo una volta ancora, la cui regia dovrà essere affidata al quartiere intero. Il video non è infatti che una forma di rappresentazione e di racconto, che vogliamo sia corale, delle molte storie che hanno fatto e fanno di Niguarda quello che è. È un pretesto per ritrovarsi a costruire insieme quella storia e raccontarla.

Ma perché raccontare le storie di Niguarda? Anche quelle difficilmente documentabili o rappresentabili? Perché l’Ecomuseo ci permette di ricostruire un
orizzonte di senso nel quale conservare attivamente quei tratti peculiari che caratterizzano Niguarda, dopo averli individuati attraverso lungo un processo collettivo. Perché l’Ecomuseo ci rende protagonisti, in quanto partecipi del processo di rappresentazione condivisa dei luoghi che abitiamo e viviamo.

Come procedere, quindi, a partire da questi presupposti e da queste richieste di maggiori materiali da poter “vedere” e nei quali potersi riconoscere?
Ci piacerebbe poter continuare partendo proprio da questo embrionale mosaico del territorio che abbiamo cominciato a delineare con il vostro aiuto nei mesi passati. Coinvolgeremo le diverse realtà locali che già operano a Niguarda, i privati cittadini che si vogliono cimentare con il luogo in cui vivono, un luogo fisico e sociale al tempo stesso, da scoprire, conoscere, amare e fare amare.

Nel concreto il prossimo passo sarà la proposta rivolta a tutta la cittadinanza niguardese di partecipare alla costruzione di una Mappa della loro Comunità.

La partecipazione alla creazione di una Mappa di Comunità diventa un’occasione concreta non solo, e non tanto, per celebrare il proprio quartiere, ma per immergersi nelle sue pieghe, per iniziare a prendersene cura attivamente, trasformando il proprio attaccamento in una rappresentazione pubblica condivisa, condivisibile e socialmente utile.

Perché una mappa? Perché le mappe servono per orientarsi, per rappresentare un luogo. Ma la rappresentazione che desideriamo costruire di Niguarda vuole contenere non solo i luoghi ma anche la sua comunità e la sua storia. L’idea è di trasformare queste storie in una mappa che possa essere fruita e progressivamente arricchita da tutta la comunità. Non quindi una semplice carta geografica o topografica. Queste già esistono, cartacee o virtuali, già ci permettono di vedere ogni angolo di una città e di un quartiere. Con un computer, oggi, possiamo quasi vedere il tetto della nostra casa. La Mappa di
Comunità va oltre; non si ferma al tetto della casa, ma ci dice, con discrezione e sensibilità, cosa succede al suo interno.

Significa poter ridisegnare il territorio ad altezza d’uomo, essere in grado di leggere le storie e le vite delle persone.

Ecco perché la Mappa di Comunità è molto di più di un semplice inventario di beni materiali o immateriali, ma include anche relazioni, storie, sentimenti
altrimenti invisibili. È uno strumento attraverso cui le persone che abitano un luogo possono raccontare ad altri, ricordandoli prima di tutto a loro stesse,
i momenti fondamentali della propria storia, come individui e come membri di un gruppo più ampio. È il mezzo tramite il quale una comunità arriva a percepire con chiarezza i contorni del proprio patrimonio storico e culturale.

La mappa di comunità è un’occasione per consolidare il rapporto con il quartiere, per vivere momenti di socializzazione e di ricostruzione delle relazioni, per ricucire legami tra le generazioni di ieri e di oggi, per tessere relazioni tra gli abitanti storici e quelli appena arrivati. Descrivere in una mappa il proprio territorio consente di guardarlo dal proprio punto di vista, di capire che il patrimonio di un luogo è fondamentalmente il luogo stesso, con tutti i suoi elementi morfologici e storici, così come sono stati restituiti dalle persone che li vivono, lavorano, soffrono, si divertono, amano, muoiono. Saranno dunque gli abitanti a descrivere il patrimonio del proprio quartiere e a decidere che cosa di questo si debba inserire nella mappa di comunità. Una mappa che servirà a raccontare il quartiere, in primis ai suoi abitanti e in secondo luogo, e non è meno importante, anche a chi non è di Niguarda, ai milanesi tutti e a tutti coloro che vorranno servirsi di questo strumento per conoscere il territorio.

Che aspetto avrà una mappa così concepita? Molte sono le comunità che hanno costruito la loro mappa. Ognuna a modo suo. Potremmo immaginare una
cartina del Touring un po’ particolare,in cui non ci sono solo chiese e monumenti celebri (per quanto rilevanti), ma anche le storie che si celano tra le vie
del quartiere, in una lapide, in una finestra che è importante perché da lì qualcuno si affacciava quando era bambino, nel vecchio tracciato del Seveso che
solo alcuni niguardesi riescono ancora a immaginare sotto l’asfalto, nel negozio d’abbigliamento che ha sostituito una frequentatissima bocciofila, nella
trattoria California che oggi nessuno sospetterebbe come un tempo fosse immersa nel verde della campagna, luogo di sosta obbligato per i viaggiatori.

Costruire uno strumento del genere richiede la partecipazione e l’aiuto della comunità, appunto, ed è necessario innanzitutto rispondere ad alcune domande basilari:
Cosa ritieni importante di questo luogo e cosa significa per te? Cosa lo rende diverso da tutti gli altri luoghi? A cosa attribuisci valore? Cosa conosciamo e
cosa vorremmo conoscere? Come possiamo condividere le nostre conoscenze? Quali miglioramenti sono possibili?

Sulla base di queste prime domande proponiamo alla popolazione di Niguarda di partecipare al progetto che verrà presentato nelle prossime settimane.
In seguito il territorio del quartiere si popolerà di piccole antenne presso cui sarà possibile reperire informazioni su come aderire anche in corso d’opera… Abbiamo bisogno di voi!

 

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