Una nuova domenica .. una nuova avventura ... e per una volta ci aggreghiamo come cozze ad un altro gruppo; tutto merito della Lucy, ma sopratutto di Giancarlo e Alina, una coppia che ella (Lucy) ha conosciuto durante la vacanza alle Azzorre. La meta proposta (ed accettata) è sulla "Via del ferro", il sentiero che collega Svizzera ed Italia, partendo dal paesino di Carena, posto sopra Bellinzona, arriva al Passo di San Jorio, che fa da confine con l'Italia, e quindi scende verso il lago di Como, seguendo una strada militare. Al solito ritrovo di Lainate siamo presenti in 7, mentre altre 3 persone le incontreremo direttamente a Carena. |
Pronti e via, almeno sino al confine di Brogeda, dove facciamo la solita pausa caffe', peraltro non buono .. e ci ostiniamo a pensare che sia migliore di quello svizzero .. mah. Da li in una unica soluzione arriviamo a Carena .. quello che pensavo fosse un giro nuovo si rivela invece un ritorno a piu' di un anno fa, quando una gita con partenza dallo stesso paese si era risolta in una andata sotto una pioggia battente, ed un rapido rientro al paese per eccesso di umidita' e fango sul sentiero. Il paese si rivela carino, anche se parlando con la titolare dell'unico bar/ristornate/trattoria/locale aperto del paese veniamo a scoprire che il paese conta ormai solo 50 abitanti stanziali, posta e l'unico negozio hanno chiuso e per fare la spesa ci sono alcuni km di strada da fare .. quindi non solo da noi vi sono paesi di montagna sono in fase di abbandono ... La signora conferma che possiamo portare le auto piu' avanti lungo una strada bianca, fino ai Monti di Ruscada, e questo ci permette di risparmiare poco piu' di un paio di km, che al ritorno ci sarebbero pesati assai, con il senno del poi.
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Dal Passo verso l'Italia |
Faggeto |
Lasciata l'auto si parte lungo la strada, peraltro su direzione ben indicata, che sale fino all'Alpe di Giumello, un grosso alpeggio; in realta' tagliamo il piu' possibile nel bosco, e ne vale la pena, il sentiero non è mai ripido e l'ambiente è veramente bello. In un'ora e tre quarti, con calma, arriviamo all'Alpe, dove approfittiamo di un tavolone e delle panche per fare la prima sosta pranzo. Da qui si prosegue, prima ancora nel bosco, poi all'aperto, in direzione del Passo. Il sentiero continua a non essere troppo sostenuto .. ad un certo punto ci rendiamo conto che si sentono dei forti versi provenire dall'altra parte della valle .. oddio e che è? Aiuto, è un orso!! L'inquietudine serpeggia ... ma dove è? e se lo incontriamo? suggerimenti a raffica .. non corre .. si sta fermi (si, arriva ad annusarmi ed io gli sorrido!) .. gli tiriamo le caramelle ... abbiamo il miele, ci cospargiamo qualcuno e lo lasciamo li .. perche' mi guardate??? Il gruppo prosegue con passo veloce .. ma non eravamo stanchi? Passo in vista, un ultimo sforzo .. il panorama si apre sulla parte italiana ed è notevole, ma anche guardarsi indietro non è male; sopra di noi, poche decine di metri, c'e' la chiesetta di San jorio, ma nessuno la degna di uno sguardo e si scende al rifugio, letteralmente sotto il passo. Qui ci sara' chi fa merenda (se una polenta uncia puo' essere definita merenda), chi sorseggia un te, chi si guarda attorno .. anche questo rifugio è gestito dai volontari dell'operazione Mato Grosso, e questo fa volentieri perdonare qualche lentezza.
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Lato svizzero della valle |
La discesa |
Al rientro pensiamo di fare un sentiero diverso, ma ci viene sconsigliato: la neve dell'inverno sembra ne abbia fatto franare alcuni punti, e quindi non ci resta che rientrare verso l'alpeggio per andare a prendere il medesimo sentiero dell'andata; il tutto su un bel sentiero ottimamente segnato, e saccheggiando i cespugli di mirtilli che incontriamo lungo il cammino. All'alpeggio nuova merenda (praticamente una giornata dedicata al cibo) e poi ultimo tratto per rientrare alle auto e da li verso casa, per una volta senza problemi di traffico. Nel complesso ... bella giornata, bella gente, bel percorso .. che chiedere di piu'?? Tecnicamente: 1050 metri circa per 16 km (dati tecnici forniti da Roberto, il camminatore tecnologico).
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