Trentasette
Il Restauro (Parte Seconda)
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Giorno 16) Ancora una seduta interlocutoria; carteggio le parti stuccate all' ultimo momento (prima di dare la prima mano) e continuo la pulitura e asciugatura di poppa e cabina. Per questo secondo lavoro uso il compressore che fa uscire un bel po' di "legno" tritato dai fori a poppa; il legno che costituisce lo specchio di poppa e' marcito causa infiltrazioni delle parti danneggiate della poppa, e ha lasciato lo specchio praticamente cavo nella zona di destra. |
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Affrontiamo il problema "poppa": come accade anche per le belle ragazze dopo qualche annetto che sono sulla piazza, decidiamo di rendere piu' soda la "poppa" che con gli anni si era un po' "svuotata". Armati di bomboletta di schiuma
poliuretanica, dopo aver inumidito le superfici interessate, come da istruzioni, iniettiamo il materiale. La schiuma si gonfia di un fattore due, spacciano che una bomboletta contenga 25 Lt ma non e' mica vero .... Il volume che dobbiamo riempire e' forse di 3 litri, quindi ultimata la zona di poppa per finire la bomboletta la utilizzo anche nella zona delle cuccette sotto il pagliolo del lato di sinistra, ma poi la bomboletta finisce e non riesco ad incollare il "foglio" di vetroresina che avevamo tolto dalla cuccetta. Successivamente mi accorgo che ci
sono dei vuoti nella poppa, decido quindi di acquistare una seconda bomboletta. Alla fine diamo una bella passata col bidone
aspiratutto. |
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Giorno 18) Armato della seconda bomboletta finisco il lavoro a poppa, entra ancora un bel po' di schiuma. Poi appronto la sistemazione della cuccetta, preparo delle assi per fare il piano una volta che la schiuma spinge e dei mattoni per controbilanciare la spinta. Spruzzo, ma a meta' lavoro la bomboletta finisce; con la spatola cerco di distribuire uniformemente la schiuma e impasto lo stesso il
"tassellone" di vetroresina che avevamo tagliato ... il risultato e' da verificare. Nel frattempo il babbo prepara un rondellone da mettere sull' anello di ormeggio a dritta sulla
poppa; infatti in quella zona il buco e' largo quasi come l' attuale
rondella. A questo punto mi dedico alla resinatura dei buchi a poppa, faccio il contorno dell' ombrinale del pozzetto, riempio il buco dell' anello di poppa e riparo lo spigolo di dritta. |
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Al mattino approntiamo lo scafo per la seconda mano, carteggio la zona di poppa e faccio il foro per l' anello di destra. Poi portiamo avanti la resinatura delle cuccette aggiungendo dei pezzi di stuoietta per
esercizi ginnici dove la schiuma poliuretanica non ha fatto il suo dovere e chiudendo la fessura sul bordo con la vetroresina. Montiamo i chiavistelli di chiusura del boccaporto per poter verniciare anche le borchie che reggono i chiavistelli. Puliamo poi lo scafo con bidone aspiratutto e stracci con diluente e riapprontiamo le
mascherature. Nel pomeriggio prepariamo il compressore per la verniciatura e operiamo. Mi armo di mascherina, guanti e cappellino e do la seconda mano a prua e tuga e una prima mano alle parti rilavorate della poppa. Lascio indietro il pozzetto per avere l' opportunita' di dare una seconda mano definitiva visto che la vernice bicomponente una volta miscelata va finita entro 4 ore. Il sole e' ancora alto,
e ci spostiamo in officina per ultimare il lavoro delle crocette: dobbiamo forare le piastre in alluminio che sostengono i due bracci delle crocette, e' un lavoro di precisione, che riusciamo a portare a termine in modo soddisfacente. Alla fine sagomiamo le due piastre in modo piu' aerodinamico e accattivante. Come ultimo lavoro puliamo il puntone dell'albero che ha perso la sua vernice protettiva nella zona terminale. |
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Giorno 20) Finitura stuccatura cuccette piu' rinforzo anello di ormeggio a prua. |
Carteggio le stuccature nella cuccetta evidenziando alcune zone da rifinire con lo stucco metallico; gia che ci sono
rifaccio le mascherature interne degli oblo in modo piu' preciso. Poi mi dedico al montaggio provvisorio della piastra di rinforzo dell' anello di ormeggio a poppa in modo da poterla verniciare assieme allo scafo. |
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Giorno 22) Riuniamo gran parte della forza lavoro per dare impulso al cantiere. Io mi dedico principalmente alla verniciatura del pozzetto, seconda mano. Come al solito la parte piu' lunga e' la preparazione della verniciatura, ma ormai ho una certa esperienza; rifinisco anche le stuccature delle cuccette con stucco metallico e do la solita pulita con l' aspirapolvere prima di verniciare. Mentre Fabius porta avanti il suo compitino pulendo la deriva in alluminio utilizzando intrugli chimici e olio di gomito, Walterone pulisce e appronta la farramenta per il rimontaggio. |
Cerco invano di recuperare la vernice per gli interni, non la trovo, preparo comunque la zona scartavetrando. Poi mi dedico alla deriva, stucco entrambe le
facce: sembrava un lavoretto da poco ma si dimostra un attivita' impegnativa, certosina e pesante ...
alla fine, a forza di spatolare ho il polso indolenzito. |
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Giorno 24) Questa volta la vernice e' disponibile, pulisco con l' acqua ragia tutta la superficie interna delle cuccette, poi mi immergo armato di mascherina ai carboni attivi e stendo la prima mano.L' ambiente di lavoro e' ostile, sudo come un porcello e alla fine la pennellata non e' piu' molto lucida.Riesco comunque ad ultimare il lavoro lasciando indietro solo la sentina, la ultimero'
con i ritocchi la
prossima volta. Riprendo la deriva e scartavetro le stuccature date il giorno prima, la finitura la faccio con la levigatrice rotativa e acqua
e il risultato e' soddisfacente.
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Ritocco gli interni col bianco e poi inizio a scartavetrare la poppa con l' orbitale, tutto OK ma per lo scafo e' un altro discorso: bisogna alzare lo scafo, un lavoro veloce ma da fare almeno in due. |
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Giorno 26) Altro che lavoretto veloce, bisogna riposizionare le cime di imbrago, al primo tentativo la barca si apprua troppo ed e' sbandata, risistemiamo le cime e con una certa fatica appoggiamo la barca sul trabattello provvisorio in legno e mattoni. |
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Giorno 27) Continuo a scartavetrare lo scafo, l' orbitale si rivela ancora una volta essenziale.Poi mi dedico all' anello di prua, fisso la graffetta di acciaio inox fatta dal babbo con del filo di ottone poi impasto il tutto con lo stucco metallico. |
Finisco la preparazione dello scafo e con l' aiuto del babbo faccio le opportune mascherature dello scafo. Preparo la vernice e il compressore e comincio con la prima mano; la posizione e' un po' scomoda e la spalla gia' mi fa male. Nel frattempo il babbo da una mano di fondo per l' alluminio a deriva e puntone dell' albero. La prima mano viene abbastanza bene, do qualche ritocco a pennello nella parte sotto lo scafo verso poppa poi mi dedico alla lunga e laboriosa pulizia attrezzi. |
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Tutto e' pronto per la seconda mano, aggiusto qualche mascheratura, miscelo la vernice e riattacco, ormai ho una certa dimestichezza con la pistola ... |
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Strippo le mascherature e il risultato e' abbagliante .... Il colore e' azzeccato e la creatura sembra emanare luce propria bianca e blu ....mancano solo
le finiture. Attacco con il rimontaggio della ferramenta, il lavoro non e' cosi' veloce come previsto, la vite si spanna, alcune viti sono da sostituire etc. Oltretutto non e' stata fatta una preparazione adeguata della ferramenta quindi prima di rimontare bisogna pulire con carta vetrata, oliare e provare. Alla fine rimonto
i carrelli fiocco, tutta la ferramenta di prua, tutto il pozzetto, puntone e scassa albero, anelli di ormeggio e specchio di poppa, ombrinale ... In sostanza tutto, prevedo anche un rinforzo in ottone per le lande. Durante tutto il rimontaggio faccio abbondante uso di silicone ...
fondamentale per
i restauri. Sdraiandomi all' interno sul lato di dritta scorgo un pallone da calcio di schiuma poliuretanica ... ecco come mai la poppa non si riempiva mai. |
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Giorno 31) Dobbiamo rifare il lavoro dello specchio di poppa in legno, poi ci dedichiamo al fissaggio degli scalmi, dopo l' attento studio sul posizionamento degli stessi cominciamo con quello di dritta. |
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Andiamo avanti con il lavoro degli scalmi a approntiamo i buchi per entrambi, poi do una stuccata alla feritoia della deriva. |
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Giorno 33) Andiamo avanti con gli scalmi e finiamo il fissaggio di entrambi rifinendo il tutto con stucco metallico costruiamo una formaggella sotto ogni scalmo. Ci dedichiamo alla verniciatura dell' opera viva con antivegetativa, passiamo la deriva, la prua e la poppa la zona centrale ce la teniamo per dopo. |
Ritrovo in cantiere, verifica situazione e decisione lavori da fare. Solleviamo 37 per riposizionarla sull'invaso in modo più comodo per i lavori e diamo una piccola scartavetrata alle zone ancora infestate da alghe lacustri. Mentre Albertino va a dedicarsi ad altro, Fabio continua la pulizia della carena con spugna, acqua e classico olio di gomito. |
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Giorno 35) Dedichiamo l' intera seduta al posizionamento del bottazzo in gomma che circoindera' tutto lo scafo. Utiliziamo delle viti INOX autofilettanti e dopo foratura del bordo scafo posizioniamo il bottazzo alternando le viti con il silicone.Le viti vengono posizionate a circa 40cm l' una dall' altra, piu' fitte nella zona di prua e dei giardinetti.Il posizionamento delle viti e' certosino e mirato ad ottenere il miglior effetto estetico possibile. |
Montaggio crocette e manovre fisse. In questa seduta ci dedichiamo all' albero, fissamo le due crocette con due passanti INOX da 6mm
(surdimensioniamo alla grande ma i buchi gia' presenti erano di questo diametro); tra albero e piastre crocette mettiamo un abbondante strato di silicone. Fissiamo anche sartie strallo e drizze, e mettiamo come dispositivo antisvitamento per
i bulloni del filo di rame avvolto sui filetti esterni.Quando tutto e' montato fissiamo l' albero al bersot dell' uva utilizzando un mattone forato come scassa dell' albero e proviamo ad issare la randa. Tutto sembra andare bene, incocciamo anche il boma per prendere la misura della galloccia da usare per fissare il
tesabase, poi mettiamo tutto a posto. |
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La seduta dovrebbe essere dedicata al montaggio della deriva e alla preparazione di trentasette per il trasporto. Riportiamo l' albero ormai corredato di tutte le manovre fisse in cantiere, poi alziamo la barca per inserire la deriva. Il giro di cime e' pero' troppo lungo e non riusciamo a tenere la deriva verticale, alla fine la infiliamo ugualmente e colleghiamo il cavo d' acciaio della deriva al paranchino di sollevamento, poi accorciamo il giro di cime e risolleviamo la barca ma anche questa volta la deriva non scende tutta. Ci accorgiamo che il cavo
d'acciaio e' troppo corto! Rismontiamo il tutto e, dopo alcune prove e considerazioni, decidiamo di sostituire il cavetto. |
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Dovrebbe essere l' approntamento del natante per il trasferimento caricando il natante sul carrello, in realta' un fortunale sul lago maggiore blocca il nostro autotrasportatore di fiducia. Montiamo il nuovo cavetto della deriva e la fissiamo nel suo alloggiamento, poi Fabius si dedica alla vita mondana mentre io finisco il barattolo dell' antivegetativa sulla linea di galleggiamento e sulle pinne del nostro scafo, cosi' facendo infiammo la mia spalla gia' dolorante. |
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Il Varo Trasferimento, Fabius Francesco & Albertino |
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Totale (ore lavorate):
Albertino | 86:15 |
Babbo | 35:30 |
Fabius | 19:45 |
Walterone | 1:30 |
Albertone | 0 |
TotGlobaleTotale | 137:00 |