Bollettino dei naviganti

 

novembre 2001

Cinema che passione.

Domenica sono andato al cinema, a vedere un film con un attore che per me è una sicurezza, e cioè Morgan Freeman. In ogni film dove lui compare puoi stare certo che, anche se non è un capolavoro, ti tiene legato alla poltrona.
Adesso non venitemi ad elencare pellicole pacco dove c’era anche lui, perché non li ho visti tutti i suoi film, ma almeno quelli che ho visto erano pieni di suspance. Che volete, sarò stato fortunato.
Ma non divaghiamo, non è di Morgan Freeman che volevo parlare, a scuola mi avrebbero gia detto che sono andato fuori tema. Quello di cui volevo parlare è di quello che è successo al cinema prima del film.
In quella sala è arrivata la globalizzazione, cioè abbiamo vissuto sulla nostra pelle o almeno sulle poltrone i primi sintomi dell’effetto globalizzazione.
Allora, non vado più tanto al cinema da quando sono diventato padre, io mi ricordavo che compravo il biglietto, entravo in sala scieglievo il posto rimasto libero che più mi piaceva e mi godevo il film.
Fin qui niente di diverso nella sostanza a quello che è successo in quella multisala di Milano se non per il particolare che: il posto era numerato.
Allora direte voi? Niente, sono entrato, ho letto se il mio biglietto era di platea o di galleria, la lettera della fila, il numero del posto e mi sono seduto, in verità era scritto piuttosto in piccolo e anche se ho 10/10, ho fatto fatica a trovare la scritta sul biglietto.
E qui è cominciata la bagarre. Diciamo che uno forse può scegliersi un posto e allora va bene, ma se i posti vengono assegnati a caso, perché assegnare prima i posti alle estremità della fila così, ora che la fila si riempie i malcapitati delle estremità devono alzarsi continuamente per far sedere quelli che hanno i posti al centro?
Ma se, come è capitato a me, ci sono quelli o che se ne fregano perché vogliono sedersi in centro o che sono ignari di questo nuovo modo di andare al cinema, allora ti devi sobbarcare delle spiegazioni sul fatto che i posti sono numerati, e se questo ha la tua stessa lettera e il tuo stesso numero di posto, spiegargli che questa è la platea e non la galleria, sperando di non trovare quello che se ne impippa altamente e che si deve alzare a film iniziato perché è arrivato il titolare di quel posto, sempre che questo si alzi, e allora interviene la maschera (si chiamerà ancora così?) che cerca di mettere ordine ma si prende anche degli improperi da chi sostiene che quel posto spetta a lui. Qui non si tratta di conoscere le nuove tecnologie, ma di ripassarsi l’alfabeto.
Insomma considerato tutto, era meglio quando c’era la più totale anarchia di scelta, almeno il detto chi primo arriva meglio alloggia non faceva alzare nessuno, mentre adesso che puoi prenotare il posto via internet ti capita di arrivare lì e scoprire che al tuo posto c’è seduto qualcun’ altro. 
Effetto globalizzazione.

 

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