"Scopriamo" il Seveso

"Come sarebbe a dire ?" Qualcuno storcerà il naso, "è appena stato coperto ed ora ..."

Bene, parliamone con calma.

 

Lo avevamo detto un po' "timidamente" nel nostro articolo sulle conclusioni del convegno "Il Futuro di Niguarda", ma ora vediamo che l'idea non è affatto peregrina, anzi, qualcuno si è già spinto molto più avanti, con la proposta per riaprire il Seveso e renderlo "fruibile" ai cittadini di Niguarda (vedi articolo nel riquadro a fondo pagina). Quello che è accaduto al Seveso è un po' quello che è accaduto a molti corsi d'acqua di Milano nell'ultimo secolo. Con gli anni venti del XX sec. inizia la copertura dei navigli, che fa scomparire la Milano delle vie d'acqua per far posto alla Milano delle auto.

Anche il Seveso ha seguito piano piano questo destino: le coperture si sono via via succedute fino alla penultima degli anni '70, che portò all' interramento del tratto che va dall'incrocio di via Ornato con via Bauer fino a poco prima della Trattoria California; con la recente copertura  dell' ultimo tratto verso Bresso, a causa dei lavori per la "metrotranvia nord", ormai il Seveso a Niguarda non è più visibile; e pensare che ancora una cinquantina d'anni fa i niguardesi vi facevano il bagno, e sulle sue rive cresceva una varietà di piante che non aveva pari in tutta la Lombardia. Ora qualcosa di "naturale" è rimasto solo nella parte alta del suo corso.

Perchè allora parlare della riapertura del Seveso, oltretutto adesso che è appena stato completamente coperto ? Perchè la riapertura non è certo una questione di mesi, e neppure di qualche anno !!! Si tratta di guardare in là nel tempo, ai prossimi dieci e passa anni, cosa questa non abituale per chi regge le redini della pubblica amministrazione; infatti, a parte qualche progetto futuribile, gli appuntamenti elettorali scandiscono perfettamente i tempi dei nostri politici, senza lasciare spazio ad una visione piu' ampia. Tant' e' vero che progetti di largo respiro, che dovevano essere portati avanti con coraggio gia' dagli anni '70, in realta' non sono mai stati avviati, e così oggi ci troviamo con una città congestionata dal traffico, un centro storico senza abitanti, una situazione del verde pubblico per lo meno scadente in buona parte della città. Unica consolazione per la parte Nord di Milano la creazione del Parco Nord, che anche se partito un po' "in sordina", pian piano sta raggiungendo una forma adeguata, e rappresenta ormai un "vero" parco, fruibile dai cittadini. 

Tornando al Seveso e alle questioni connesse, va anche detto, piu' in generale, che il problema della gestione delle acque a Milano salta agli occhi di tutti: è da almeno un trentennio che ogni temporale fa tremare la parte nord della città, e non sono serviti scolmatori o quant'altro per migliorare la situazione. Il completamento della  copertura del Seveso non risolvera' certo questa storica tendenza a "straripare". 

Come già detto nel secolo scorso Milano ha perso la gran parte dei "Navigli" che correvano lungo quella che ancor adesso si chiama "cerchia dei Navigli" (+/- l'attuale percorso della linea 94); l'antica via d'acqua ha lasciato posto all' attuale fiume di auto. Pensare "in grande" in questo caso potrebbe voler dire riaprire i navigli nel loro antico percorso, abbinando magari una linea metropolitana o una circonvallazione sotterranea sotto il percorso dei canali (non è fantascienza, con le attuali tecniche non sarebbe difficile, unico vero problema "tecnico" è il livello della falda acquifera che negli ultimi anni si è alzato). Certo, si tratta di riprogettare la viabilità di Milano, e come dicevamo prima di guardare un po' piu' "in la'" del proprio naso, ma potrebbe essere l' occasione per far posto in centro alle due ruote e ai mezzi pubblici. Volendo fare "pubblicità" alla città si potrebbe anche pensare ad una linea di trasporto sui canali che farebbe impazzire i turisti in visita alla città.

Questo a Milano; Niguarda però non sarebbe da meno, con il Parco Nord alle porte, un fiume riaperto e con le acque pulite potrebbe essere il degno contorno ad un'area verde. Una passeggiata lungofiume, qualche panchina e una pista ciclabile lungo il suo corso renderebbero più vivibile questa parte di città.

Per fare ciò però occorre pensare "con lungimiranza"  ed affrontare davvero, a nostro avviso, almeno i punti seguenti:

  • Invece di una fantomatica "Metrotranvia" (la vedremo in opera ....il dubbio è che restino i problemi del vecchio trenino, dovendo passare per corsie non protette per  il centro di Niguarda o in via Farini !!!) una Metropolitana vera sarebbe d'obbligo:  l'impatto visivo e viabilistico sarebbe sicuramente migliore, ed inoltre potrebbe servire adeguatamente un grosso Ospedale (sempre che rimanga), quartieri cittadini e comuni limitrofi alquanto popolosi. 

  • Un altro passo fondamentale è la depurazione delle acque del Seveso: non avrebbe infatti senso riaprirlo per vedere le acque sporche degli ultimi 50 anni. 

  • La riapertura del torrente, la sistemazione e l'integrazione con il Parco Nord sarebbe poi l'ultima e più facile operazione da portare a termine.

Siamo consapevoli che è un' opera che ora pare "fantascientifica", ma se non abbiamo il coraggio di pensarla e proporla ora, i nostri figli e i futuri niguardesi dovranno convivere con una strada di pessimo impatto visivo (anche se adesso non e' ancora completata, non e' difficile prevedere che sara' cosi') e a Niguarda mancherà un fiume che ne ha segnato la vita per secoli. 

 


 

Per saperne un po' di più: SEVESO UN FIUME DA SALVARE

 


Tratto da www.amiciparconord.it:

"Scopriamo" il Seveso (1 mar 03)

Scoprire il Seveso, non solo in senso figurato. E' questa la proposta più dirompente emersa dal convegno organizzato sabato 1 marzo al circolo "Ancora" di via Moncalieri, a Niguarda, dall'Associazione Amici Parco Nord e dalle unità territoriali Bicocca, Niguarda e Prato centenaro dei Ds (Democratici di Sinistra).

L'emergenza rappresentata dalle sempre più frequenti e distruttive piene del torrente ha ormai superato i limiti di sopportazione dei cittadini che vivono nei quartieri a nord di Milano e nell'hinterland. L'ultima, devastante, fuoriuscita del torrente dai suoi angusti argini risale alla fine di novembre.

Interventi di tombinatura decisi con supeficialità, un tracciato infelice che, all'altezza di piazzale Istria, compie addirittura una curva a gomito, la totale assenza di manutenzione nei tratti già tombinati che corrono sotto la metropoli, l'insufficiente opera svolta dallo scolmatore di Nord-Ovest: questi e altri ancora i mali all'origine dell'"emergenza Seveso".

Non tutto però è perduto. Anche se la situazione delle acque e degli argini è molto compromessa, da circa due anni il Consorzio Parco Nord ha avviato un programma di ripulitura e manutenzione delle sponde sul tratto di torrente, lungo circa 2,5 chilometri, che corre all'interno del Parco, con risultati lusinghieri. Anche se, come ha precisato il direttore, Riccardo Gini, il Parco nulla ha potuto fare per migliorare la qualità delle acque. Però, dopo l'intervento del Parco Nord, altri Comuni hanno "preso coraggio" e avanzato progetti e richieste di finanziamento per recuperare le sponde del torrente..... continua su www.amiciparconord.net

 

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